'ABDU'L-BAHÁ
ULTIME VOLONTÀ
E
TESTAMENTO
CASA EDITRICE - BAHÁ'Í
ROMA 1987
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align=left>Titolo originale - Will and Testament of 'Abdu'l - Bahá
Issued by National Spiritual Assembly of the Bahá'ís of the United States and
Canada, 1944, from text received at 104 Wall Street, New York, February 25,
1922, adressed by the Guardian to "The beloved of God and the handmaids
of the Merciful throughout the United States of America and Canada".
1a edizione italiana 1987
Copyright dell'Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahá’í d'Italia
CASA EDITRICE BAHÁ'Í s.r.1.
Sede legale: 00197 Roma, Via A. Stoppani, 10 - Tel. 06 / 879647
Deposito e amm.ne: 00162 Roma, Circ.ne Nomentana, 484 Tel. (06) 4270547
Tipolito - Trinca - Albano Laziale (Roma)
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INDICE
pagina
Parte prima
5Parte seconda
23Parte terza
335
PARTE PRIMA
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Qui seguono le Tavole e
il Testamento dì 'Abdu’l-Bahá
Ogni lode a Colui Che, con lo Scudo del Suo Patto, ha riparato
il Tempio della Sua Causa dai dardi del dubbio; a Colui
Che, con le Legioni del Suo Testamento, ha preservato il Santuario
della Sua Più Benefica Legge e protetto il Suo Retto e Luminoso
Sentiero, fermando così il furioso attacco della turba
dei volatori del Patto, che hanno minacciato di sovvertire il Suo
Divino Edificio; a Colui Che ha custodito la Sua Possente
Fortezza e la Sua gloriosissima Fede, con l'aiuto di uomini contro
i quali nulla può la calunnia e che nessuna vocazione, gloria
o potenza della terra può distogliere dal Patto e dal Testamento
di Dio, fermamente stabilito dalle Sue chiare e manifeste parole,
scritto e rivelato dalla Sua Gloriosissima Penna e registrato
nella Tavola Preservata.
Salute e lode, benedizione e gloria a quel primevo ramo del
Divino e Sacro Albero dì Loto, che è germogliato, benedetto,
tenero verdeggiante e fiorente dai Sacri Alberi Gemelli; alla
perla meravigliosa, unica e inestimabile, che brilla emergendo
dagli spumeggianti mari gemelli; ai germogli dell'Albero della
Santità i ramoscelli dell'Albero Celeste, a coloro che nel Giorno
della Grande Divisione rimasero saldi e fermi nel Patto; alle
Mani (le colonne) della Causa di Dio che hanno largamente
diffuso le Divine Fragranze, dichiarate le Sue Prove, proclamata
la Sua Fede, resa pubblica al mondo la Sua Legge, che si sono
distaccati da tutto fuorché da Lui, campioni di rettitudine in
questo mondo, che hanno acceso il Fuoco dell'Amore di Dio
nel profondo dei cuori e delle anime dei Suoi servi; a coloro
che hanno creduto, che sono rimasti fiduciosi e che si sono
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align=left>mantenuti incrollabili nel Suo Patto e hanno seguito la Luce
che dopo il mio trapasso brilla dall'Oriente della Guida Divina
- poiché, ecco, egli è il ramo sacro e benedetto che è germogliato
dai Sacri Alberi Gemelli. Beato colui che cerca il riparo della
sua ombra che copre tutta l'umanità.
O prediletti del Signore! La più grande fra tutte le cose è la
protezione della Vera Fede di Dio, la conservazione della Sua
Legge, la salvaguardia della Sua Causa e il servizio alla Sua
Parola. Diecimila anime hanno versato su questo sentiero torrenti
di sacro sangue; a Lui hanno sacrificato le loro vite preziose,
sono accorsi rapiti in santa estasi verso l'arena gloriosa del
martirio, hanno issato il Vessillo della Fede di Dio e scritto con il
loro sangue sulla Tavola del mondo i versetti della Sua Divina
Unità. Il sacro petto della Sacra Maestà dell'Eccelso (il Báb)
(possa la mia vita essere sacrificata per Lui) fu bersagliato da
molti strali di tormento e nel Mázindarán i benedetti piedi della
Bellezza di Abhá (possa la mia vita essere offerta per i Suoi
diletti) furono così dolorosamente fustigati da sanguinare e
piagarsi. Il Suo collo fu avvinto in catene di prigioniero e i Suoi
piedi serrati nei ceppi. Ora dopo ora, per cinquant'anni, nuovi
dolori e nuove calamità si abbatterono su di Lui e Lo assalirono
sempre nuove afflizioni e preoccupazioni. Fra l'altro, dopo aver
sofferto crudeli traversie, Egli, cacciato dalla Sua dimora e
ramingo, cadde vittima di nuove vessazioni e dolori. In Iraq,
l'Astro del mondo fu talmente esposto agli inganni dei maligni,
che il Suo splendore ne fu eclissato. Poi fu mandato in esilio
nella Grande Città (Costantinopoli), da dove, duramente
oppresso, fu infine trasferito alla Più Grande Prigione ('Akká).
Egli, Che il mondo ha vilipeso (possa la mia vita essere offerta
per i Suoi amati) fu per ben quattro volte bandito da città a città,
finché da ultimo, condannato al carcere perpetuo, fu rinchiuso
in questa prigione, una prigione di briganti, predoni e assassini.
E tutto ciò non è che una delle tribolazioni che hanno afflitto la
Bellezza Benedetta: le altre sono altrettanto dolorose.
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Un'altra delle Sue tribolazioni fu l'ostilità, la flagrante ingiustizia,
align=left>l'iniquità e la ribellione di Mirzá Yahyá. Benché quel Vilipeso,
quel Prigioniero, nella Sua bontà, Se lo fosse allevato in
seno fin dalla sua prima infanzia, sebbene l'avesse sempre circondato
delle Sue premure, quantunque avesse esaltato il suo
nome, l'avesse protetto da ogni sventura, gli avesse cattivato le
simpatie di questo e dell'altro mondo e malgrado le ferme esortazioni
e i consigli dell'Eccelso (il Báb) e il Suo chiaro e incontrovertibile
ammonimento - "Attento, attento che le Diciannove
Lettere del Vivente e ciò che è stato rivelato nel Bayán non ti si
faccian velo!" - pure, nonostante tutto, Mirzá Yahyá Lo rinnegò,
Lo trattò proditoriamente, non credette in Lui, sparse i semi del
dubbio, chiuse gli occhi ai Suoi manifesti versetti e se ne
discostò. Si fosse accontentato! No, egli giunse a tentare di versare
il sacro sangue (di Bahá'u'lláh) e poi suscitò intorno a sé
gran clamore e tumulto, attribuendo a Bahá'u'lláh malanimo e
crudeltà nei suoi confronti. Quale sedizione fomentò! quale tempesta
di discordia suscitò nella Terra del Mistero (Adrianopoli)!
Da ultimo perpetrò cose per cui l'Astro del mondo, esiliato in
questa che è la Più Grande Prigione, fu duramente oppresso:
qui, nell'Occidente di questa Grande Prigione, Egli tramontò.
O voi che siete saldi e incrollabili nel Patto! Il Centro della
align=left>Sedizione, i1 Primo Motore della discordia, Mirzá Muhammad-
'Alí si è allontanato dall'ombra della Causa ha infranto il Patto
falsificato il Sacro Testo inflitto una grave perdita alla vera Fede
di Dio, diviso la Sua gente, con accanito rancore ha cercato di
danneggiare 'Abdu’l-Bahá e ha assalito con profonda ostilità
questo servo della Sacra Soglia. Ogni dardo ha egli afferrato per
scagliarlo a trafiggere il petto di questo servo vilipeso, nessuna
ferita ha trascurato di infliggermi crudelmente, né pozione ha
risparmiato con cui avvelenare la vita di questo sventurato. Giuro
sulla santissima Bellezza di 'Abhá e sulla Luce che rifulge
dall'Eccelso (possa la mia vita essere offerta per i Loro umili servitori)
che, a causa di tale iniquità, gli abitatori del Padiglione
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del Regno di Abhá hanno pianto, le Schiere Celesti stanno gemendo,
le Immortali Ancelle del Cielo del Sommo Paradiso
hanno levato i loro lamenti e la legione degli angeli ha sospirato
e singhiozzato. Così deplorevoli divennero le sue azioni che
quell'iniquo percosse con la sua scure le radici del Benedetto
Albero, inferse un duro colpo al Tempio della Causa di Dio, fece
scorrere lacrime di sangue dagli occhi degli amati della Bellezza
Benedetta rincuorò e incoraggiò i nemici dell'Unico Vero
Dio; ripudiando il Patto, egli allontanò molti ricercatori dalla
Causa di Dio, rinfocolò le appassite speranze del seguito di
Yahyá, si rese detestato, conferì audacia e arroganza ai nemici
del Più Grande Nome e, accantonati i versetti saldi e incontestabili,
sparse i semi del dubbio. Se a questa persona, pur indegna,
non fosse stato sempre benignamente concesso il promesso aiuto
dell'Antica Bellezza, sicuramente egli avrebbe distrutto, anzi
sterminato la Causa di Dio e completamente sovvertito l'Edificio
Divino. Ma, sia lodato il Signore, è giunta la trionfante assistenza
del Regno di Abhá, gli eserciti del Regno superno sono
accorsi a dare la vittoria. La Causa di Dio è stata promulgata
dappertutto, l'appello dell'Unico Vero è stato proferito in terre
lontane, in tutte le contrade si è dato ascolto alla Parola di Dio, è
stato dispiegato il Suo stendardo alte hanno ondeggiato le insegne
della Santità e sono stati cantati versetti celebranti la Sua
Unità Divina. Ora affinché la vera Fede di Dio sia difesa e protetta,
la Sua legge custodita e preservata e la Sua Causa rimanga
salva e sicura, è doveroso che tutti si tengano stretti al Testo dei
sacri versetti chiari e solidamente stabiliti rivelati per lui. Non si
potrà mai immaginare trasgressione più grave della sua. Egli
(Bahá'u'lláh) dice, gloriosa e santa è la Sua Parola: "I miei stolti
amati l'hanno considerato Mio compagno, hanno fomentato
sedizione sulla terra e invero sono seminatori di discordie".
Considerate la stoltezza della gente! Sono stati alla Sua (di Bahá'u'lláh)
Presenza e hanno visto il Suo sembiante, nondimeno
hanno disseminato tali vacuità, che Egli (esaltate siano le Sue
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esplicite parole) disse: "Dovesse per un solo istante uscire dall'ombra
della Causa, sicuramente egli sarebbe ridotto in niente".
Riflettete! Quale accento pone su un solo attimo di deviazione:
cioè, dovesse egli piegare a diritta o a manca per lo spessore d'un
capello, la sua deviazione sarebbe chiaramente dimostrata e la
sua completa nullità resa manifesta. E ora vedete tutti come la
collera di Dio l'abbia afflitto da ogni lato e come giorno dopo
giorno egli stia precipitando verso la distruzione. Fra non molto
vedrete lui e i suoi soci, esteriormente e interiormente,
condannati a completa rovina.
Quale deviazione maggiore del violare il Patto di Dio! Quale
deviazione maggiore dell'interpolare e falsificare le parole e i
versetti del Sacro Testo come Mirzá Badi’u’lláh ha testimoniato
e dichiarato! Quale deviazione maggiore del calunniare il
Centro del Patto in persona! Quale deviazione più flagrante del
diramare notizie false e sciocche riguardanti il Tempio del Testamento
di Dio! Quale deviazione più grave del decretare la
morte del Centro del Patto, col suffragio del santo versetto:
"Chi avanzi pretese prima che trascorrano mille anni... mentre,
nei giorni della Bellezza Benedetta, lui (Muhammad-'Alí) aveva
spudoratamente accampato tale vanto ed era stato da Lui
confutato nella suddetta maniera, vanto il cui testo esiste ancora
scritto di suo pugno e recante il suo sigillo. Quale deviazione più
completa del muovere false accuse contro gli amati di Dio!
Quale deviazione più malvagia del farli imprigionare e incarcerare!
Quale deviazione più grave del consegnare nelle mani del
governo le Sacre Scritture ed Epistole, sì che essi (il governo)
possano risolversi a dare la morte a questo vilipeso! Quale deviazione
più violenta del minacciare di rovina la Causa di Dio,
vergando e proditoriamente contraffacendo lettere e documenti
onde turbare e allarmare il governo e ottenere che sia versato il
sangue di questo vilipeso, lettere e documenti che si trovano
ora nelle mani del governo! Quale deviazione più odiosa della
sua iniquità e della sua ribellione! Quale deviazione più infame
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del disperdere l'accolta della gente della salvazione! Quale deviazione
più perfida delle vane e fiacche interpretazioni della
gente del dubbio! Quale deviazione più perversa del mettersi in
combutta con estranei e con nemici di Dio!
Pochi mesi or sono, di concerto con altri, egli - che ha violato
il Patto - ha preparato un documento pieno di calunnie e di
menzogne nel quale - il Signore non voglia - fra le molte mendaci
accuse, 'Abdu’l-Bahá è tacciato d'essere nemico mortale,
avverso alla Corona. Costoro a tal segno turbarono le menti dei
membri del Governo Imperiale che alla fine dalla sede del Governo
di Sua Maestà Imperiale fu inviata una Commissione di
Inchiesta la quale, violando ogni regola di giustizia e di equità
degna di Sua Maestà Imperiale, anzi con la più flagrante iniquità,
procedette nelle sue indagini. I nemici dell'Unico Vero Dio li
attorniarono spiegando ed esagerando il testo del documento,
mentre essi (i membri della Commissione) da parte loro
align=left>ciecamente accondiscesero. Una delle numerose calunnie era che
questo servitore issata una bandiera in questa città, vi aveva
chiamato il popolo a raccolta; che aveva instaurato una nuova
sovranità, eretto sul monte Carmelo una possente roccaforte e
radunato attorno a se tutta la gente del Paese, riducendola all'obbedienza;
che aveva prodotto uno scisma nella Fede dell'Islám,
era sceso a patti con i seguaci di Cristo e - Dio non voglia -
si era proposto di produrre la più grave breccia nel possente potere
della Corona. Il Signore ci protegga da sì atroci falsità!
Secondo il diretto e sacro comandamento di Dio, ci è vietato
calunniare, ci è comandato di manifestare pace e amicizia, siamo
esortati alla rettitudine alla sincerità e all'armonia con tutte le
genti e i popoli del mondo. Dobbiamo ubbidire e sostenere i
governi della terra, dobbiamo considerare la slealtà verso un
giusto sovrano una slealtà verso Dio Stesso e l'ostilità al governo
una trasgressione alla Causa di Dio. Con queste parole finali
e decisive, com'è possibile che questi prigionieri indulgano a tali
stolte fantasie! Incarcerati, come potrebbero mostrare tanta
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slealtà! Ma purtroppo la Commissione di Inchiesta ha approvato
e confermato queste calunnie di mio fratello e dei miei detrattori
e le ha inoltrate al cospetto di Sua Maestà il Sovrano.
Ora in questo momento una furiosa tempesta imperversa tutt’attorno
a questo prigioniero che attende - favorevole o sfavorevole
che sia - la graziosa volontà di Sua Maestà, il Signore lo
aiuti con la Sua grazia ad esser giusto. In qualunque condizione
si trovi, 'Abdu’l-Bahá, perfettamente calmo e tranquillo, è pronto
al sacrificio e totalmente rassegnato e sottomesso al Suo Volere.
V'è trasgressione più abominevole odiosa e perversa?
Similmente il Foco dell'Odio s'è proposto di mandare a
morte 'Abdu’l-Bahá e questo è suffragato dalla testimonianza
scritta di Mirzá Shu'áu'lláh in persona, che è qui acclusa. E’ evidente
e incontrovertibile che essi sono intenti a tessere segrete e
sottilissime trame contro di me. Ecco le esatte parole che egli ha
scritto in questa lettera: "Maledico in ogni istante colui che ha
acceso questa discordia, impreco con queste parole 'Signore! non
avere misericordia di lui!' e spero che ben presto Iddio manifesti
uno che non avrà pietà di Lui, che ora indossa un'altra veste e del
quale non posso dire altro". Con queste parole allude al sacro
versetto che incomincia: "Chi avanzi pretese prima che
trascorrano mille anni... . Riflettete! Mirano di certo a far morire
'Abdu’l-Bahá! Ponderate nei vostri cuori la frase: "Non posso
dire altro" e capirete quali trame stiano tessendo a tale scopo.
Temono che - spiegando troppo e cadendo la lettera in mani
estranee - le loro trame siano scoperte e vanificate. La frase
annunzia soltanto una buona notizia a venire, e cioè che a tal
proposito tutti i passi necessari sono già stati fatti.
O Dio, mio Dio! Tu vedi questo Tuo servo vilipeso stretto fra
gli artigli di leoni feroci, di lupi voraci e di belve sanguinarie.
Assistimi benignamente per l'amore che Ti porto, affinché io
possa vuotare il calice traboccante di fedeltà per Te e colmo della
Tua munifica Grazia, così che, riverso nella polvere, io possa
cadere, prostrato ed esanime, la veste arrossata del mio stesso
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sangue. Questo è il mio desiderio, la brama del mio cuore, la
mia speranza, il mio orgoglio, la mia gloria. Concedimi o Signore,
mio Dio e mio Rifugio, che nell'ora estrema, la mia fine
esali, quale muschio, fragranza di gloria! V'è dono più grande?
No, per la Tua Gloria! Ti chiamo a testimoniare che non trascorre
giorno ch'io non beva a questa coppa, tanto dolorosi sono i
misfatti perpetrati da coloro che hanno violato il Patto, attizzato
la discordia manifestato il loro astio suscitato sedizioni nel Paese
e disonorato Te fra i. Tuoi servi. O Signore! Difendi da questi
violatori del Patto la potente Fortezza della Tua Fede e proteggi
il Tuo segreto Santuario dall'attacco degli empi. In verità, Tu sei
il Potente, il Poderoso, il Benigno, il Forte.
In breve, o amati del Signore, il Centro della Sedizione, Mirzá
Muhammad-’Alí, secondo le decisive parole di Dio e a causa
della sua immane trasgressione, è caduto rovinosamente ed è
stato reciso dall'Albero Santo. In verità, non abbiamo fatto loro
torto, ma essi hanno fatto torto a se stessi.
O Dio mio Dio! Sii scudo ai Tuoi servi fedeli contro i mali
dell'egoismo e delle passioni, proteggili con l'occhio vigile della
Tua amorosa premura da ogni rancore, dall'odio e dall'invidia,
riparali nella fortezza inespugnabile della Tua cura e fa di essi, al
sicuro dai dardi del dubbio, le manifestazioni dei Tuoi segni
gloriosi, illumina i loro volti coi raggi fulgenti che scaturiscono
dall'Oriente della Tua divina unità, rallegra i loro cuori con i
versi rivelati dal Tuo santo regno, rafforza i loro dorsi col potere
align=left>soggiogatore che viene dal Tuo reame di gloria. Tu sei il Munifico,
il Protettore l'Onnipotente, il Benevolo!
O voi che siede saldi nel Patto! Quando verrà l'ora in cui
quest'uccello oppresso e dall'ali spezzate spiccherà il volo verso
la Celeste Assemblea, quando esso si sarà affrettato verso il Regno
dell'invisibile e le sue spoglie mortali saranno state disperse
o nascoste sotto la polvere, gli Afnán - che sono fedeli al Patto di
Dio e sono germogliati dall'Albero della Santità - le Mani (le
colonne) della Causa di Dio - su di essi scenda la gloria del Si15
gnore - e gli amici e i diletti, tutti quanti, dovranno mettersi all'opera
e levarsi con tutto il cuore, con tutta l'anima e in pieno
accordo a diffondere i dolci aromi di Dio, a insegnare la Sua
Causa e promuovere la Sua Fede. Essi non dovranno fermarsi
nemmeno un istante, né cercare riposo. Dovranno recarsi in ogni
terra, attraversare ogni clima e viaggiare per tutte le contrade.
Alacri instancabili e tenaci, dovranno innalzare dappertutto il
trionfale grido di "O Gloria delle Glorie!" (Yá Bahá'u'l-Abhá);
dovranno acquistare fama ovunque vadano nel mondo, ardere
luminosi come fiaccola in ogni riunione e accendere il fuoco
dell'amore divino in ogni assemblea, sì che la luce della verità
sorga risplendente nell'intimo cuore del mondo, che in Oriente e
in Occidente un'immensa folla si riunisca all'ombra della Parola
di Dio, che i dolci aromi della santità siano diffusi, che i volti
brillino raggianti, che i cuori siano colmati dallo spirito divino e
le anime divengano celestiali!
Oggi la più importante di tutte le cose è la guida delle nazioni
e dei popoli del mondo. L'insegnamento della Causa è della
massima importanza, perché costituisce la pietra angolare delle
sue stesse fondamenta. Questo servo oppresso ha trascorso i suoi
giorni e le sue notti a promuovere la Causa e a spronare i popoli
a servirla. Egli non ha riposato un solo istante, fino a quando la
fama della Causa di Dio non fu divulgata nel mondo e le celesti
melodie del Regno di Abhá non ebbero destato l'Oriente e
l'Occidente. Gli amati di Dio devono seguire il suo esempio.
Questo è il segreto della fedeltà, questo il requisito di chi intende
servire alla soglia di Bahá!
I discepoli di Cristo dimenticarono se stessi e tutte le cose
terrene, trascurarono tutti i loro interessi e i loro averi, si purificarono
dall'egoismo e dalla passione e, con distacco assoluto si
sparsero dappertutto e si dedicarono a richiamare i popoli della
terra alla Guida Divina, finché fecero del mondo un altro mondo,
illuminarono la superficie della terra e fino all'ultima ora si
dimostrarono pronti al sacrificio sul sentiero di quel Beneamato
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da Dio. Infine, in terre diverse, subirono un glorioso martirio. Gli
uomini d'azione seguano le loro orme!
O miei amici amorosi! Dopo la dipartita di questo vilipeso,
incombe agli Aghsán (i Rami), agli Afnán (i Ramoscelli) del Sacro
Albero di Loto, alle Mani (le colonne) della Causa di Dio e
agli amati della Bellezza di Abhá l'obbligo di rivolgersi a Shoghi
Effendi - il giovane ramo sbocciato dai due santi e sacri Alberi di
Loto e il frutto cresciuto dall'unione dei due germogli dell'Albero
della Santità - poiché egli è il segno di Dio, il ramo prescelto il
custode della Causa di Dio, colui al quale debbono rivolgersi
tutti gli Aghsán, gli Afnán, le Mani della Causa di Dio e i Suoi
diletti. Egli è l'interprete delle parole di Dio e gli succederà il
primo nato della sua discendenza diretta.
Il sacro e giovane ramo, il custode della Causa di Dio, e la
Casa Universale di Giustizia, che sarà stabilita ed eletta universalmente,
sono entrambi sotto la tutela e la protezione della
Bellezza di Abhá, al riparo e sotto la guida infallibile dell'Eccelso
(possa la mia vita essere offerta in olocausto per
entrambi).Quel che essi decidono emana da Dio. Chi non
obbedisce a lui o ad essi, non ha ubbidito a Dio; chi disputa con
lui, ha disputato con Dio; chi rinnega lui, ha rinnegato Dio; chi
non crede in lui, non ha creduto in Dio; chi devia, si separa e si
allontana da lui, ha - in verità - deviato, si è separato e si è
allontanato da Dio. Che l'ira, la fiera indignazione e la vendetta
di Dio scendano su di lui! La potente fortezza rimarrà
inespugnabile e sicura grazie all'obbedienza a colui che è il
align=left>custode della Causa di Dio. Incombe ai membri della Casa di
Giustizia, a tutti gli Aghsán, gli Afnán e le Mani della Causa di
Dio di dimostrare la loro obbedienza, sottomissione e
subordinazione al custode della Causa di Dio, di rivolgersi a lui e
di essere umili nei suoi confronti. Colui che si oppone a lui, si è
opposto all'Unico Vero, aprirà una breccia nella Causa di Dio,
sovvertirà la Sua parola e diventerà una manifestazione del
Centro della Sedizione. Attenti, attenti, che non si ripetano i
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giorni che seguirono l’ascensione (di Bahá'u'lláh), allorché il
align=left>Centro della Sedizione divenne arrogante e ribelle e col pretesto
dell'Unità Divina si privò della Grazia, turbando e avvelenando
altri. Senza dubbio, ogni vanaglorioso che si proponga il
dissenso e la discordia, non dichiarerà apertamente i propri fini
malvagi, ma piuttosto - come oro impuro - si avvarrà di misure
diverse e vari pretesti per disgregare la compagine dei seguaci di
Bahá. Il mio obiettivo è quello di mostrarvi che le Mani della
Causa di Dio devono essere sempre vigili e non appena trovino
qualcuno che cominci a opporsi e a protestare contro il custode
della Causa di Dio, lo espellano dalla congregazione del popolo
di Bahá, senza assolutamente accettarne alcuna giustificazione.
Quante volte un grave errore è stato camuffato con l'abito della
verità, sì da spargere i semi del dubbio nei cuori degli uomini!
O amati del Signore. Incombe l'obbligo al custode della Causa
align=left>di Dio di designare, mentre è in vita, colui che dovrà essere il suo
successore, affinché dopo la sua dipartita non sorgano
divergenze. Colui che è designato deve manifestare in se stesso
distacco da ogni cosa terrena, dev'essere l'essenza della purezza,
dar prova in se stesso di timor di Dio, sapienza, saggezza e
cultura. Così, se il primo nato del custode della Causa di Dio non
manifesta in se stesso la verità delle parole "il fanciullo è
l'essenza segreta del suo genitore", non eredita cioè la sua (del
custode della Causa) spiritualità e se la sua gloriosa stirpe non
s’accompagna a un buon carattere, allora egli (il custode della
Causa) deve designare a succedergli un altro ramo.
Le Mani della Causa di Dio devono eleggere in mezzo a loro
nove persone che dovranno essere costantemente occupate nell'importante
servizio d'aiutare nel suo lavoro il custode della
Causa di Dio. L'elezione di questi nove dev'essere effettuata o
all'unanimità o a maggioranza di voti dalla compagnia delle
Mani della Causa di Dio ed essi devono dare, o all'unanimità o a
maggioranza di voti, il loro assenso alla scelta di colui che il
Custode della Causa di Dio ha designato quale suo successore.
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Il consenso dev'essere dato in tal guisa, che le voci assenzienti
e dissenzienti non si possano distinguere (cioè per voto segreto).
O amici! Le Mani della Causa di Dio devono essere nominate
e designate dal custode della Causa di Dio. Tutti devono stare
nella sua ombra e obbedire ai suoi comandi. Se qualcuno, in seno
o fuori della compagnia delle Mani della Causa di Dio, disobbedisce
o semina discordie, la collera e la vendetta di Dio
cadranno su di lui, perché ha provocato una breccia nella vera
Fede di Dio.
Gli obblighi delle Mani della Causa di Dio sono quelli di
diffondere le Fragranze Divine, edificare le anime degli uomini,
promuovere il sapere, migliorare il carattere di tutti gli uomini ed
essere - in ogni tempo e circostanza - affrancati e distaccati dalle
cose terrene. Essi devono manifestare timor di Dio nella
condotta, nelle maniere, nelle azioni e nelle parole.
Il consesso delle Mani della Causa di Dio è sotto la direzione
del custode della Causa di Dio. Egli deve continuamente spronarli
align=left>a sforzarsi e a impegnare al massimo le loro capacità per
diffondere i dolci aromi di Dio e guidare tutti i popoli del mondo,
perché è la luce della Guida Divina che illumina tutto l'universo.
Non è in alcun modo permesso di trascurare, sia pur per un
istante, quest'ordine assoluto e vincolante per tutti. Soltanto così
il mondo dell'esistenza potrà diventare come il Paradiso di Abhá,
la superficie della terra potrà diventare celestiale, le contese e i
conflitti fra i popoli, le razze, le nazioni e i governi potranno
scomparire e tutti gli abitanti della terra potranno divenire un
solo popolo e una sola razza, e il mondo una sola patria. Se
sorgeranno divergenze, queste dovranno essere amichevolmente
e conclusivamente composte dal Tribunale Supremo, che
comprenderà membri di tutti i governi e i popoli del mondo.
O amati del Signore! In questa sacra Dispensazione i conflitti
e le contese non sono in alcun modo permessi. Ogni aggressore
si priva della grazia di Dio. E’ dovere di ciascuno di mostra19
re perfetto amore, massima rettitudine di condotta, dirittura e
gentilezza sincera verso tutti i popoli e tutte le razze del mondo,
siano essi amici o sconosciuti. Così intenso sia lo spirito d'amore
e di gentilezza amorosa, che lo sconosciuto trovi in noi un amico
e il nemico un vero fratello, non esistendo alcuna differenza fra
loro. Poiché l'universalità emana da Dio e tutte le limitazioni
sono terrene. Pertanto l'uomo deve procurare che la sua realtà
manifesti virtù e perfezioni tali che la loro luce brilli su tutti. La
luce del sole risplende sull'intero mondo e le generose piogge
della Divina Provvidenza cadono su tutti i popoli. La brezza
vivificante rianima ogni creatura vivente e tutti gli esseri dotati di
vita ricevono la loro porzione alla Sua mensa celeste. In ugual
modo l'affetto e la gentilezza dei servi dell'Unico Vero Dio
devono essere generosamente e universalmente estesi a tutta
l'umanità. A questo proposito non sono in alcun modo permesse
restrizioni e limitazioni.
Perciò, o miei diletti amici, associatevi con tutti i popoli, le
razze e le religioni del mondo con massima sincerità, rettitudine,
fedeltà, gentilezza, buona volontà e amicizia, sì che tutto il
mondo dell'esistenza sia colmo dell'estasi santa della grazia di
Bahá, che l'ignoranza, l'inimicizia, l'odio e il rancore svaniscano
dal mondo e che la tenebra del disaccordo fra i popoli e le
razze del mondo dia luogo alla Luce dell'Unità. Se altri popoli o
nazioni vi sono infedeli, voi mostrate loro fedeltà; se sono ingiusti
con voi, siate giusti con loro; se si tengono in disparte, attraeteli
a voi; se vi mostrano inimicizia, mostratevi amici; se vi
avvelenano la vita addolcite le loro anime; se vi feriscono, siate
balsamo sulle loro piaghe. Questi sono gli attributi dei sinceri!
Questi gli attributi dei fedeli!
E ora, riguardo alla Casa di Giustizia che Iddio ha preordinato
quale fonte d'ogni bene e libera da errore, essa dev’essere
eletta a suffragio universale, cioè dai credenti. I suoi membri
devono essere manifestazioni del timor di Dio e orienti di
conoscenza e saggezza, devono essere saldi nella Fede di Dio e
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desiderare il bene di tutta l'umanità. Con questa "Casa" s’intende
la Casa Universale di Giustizia: cioè in ogni paese deve essere
istituita una Casa secondaria di Giustizia e queste Case
secondarie di Giustizia devono eleggere i membri di quella
Universale. A questa istituzione devono deferirsi tutti gli affari.
Essa emana tutte quelle ordinanze e quei regolamenti che non si
trovano esplicitamente esposti nel Testo Sacro. Questa
istituzione deve risolvere tutti i problemi difficili e il custode
della Causa di Dio ne e il sacro capo e illustre membro a vita.
Quando non partecipa di persona alle sue deliberazioni, egli deve
designare uno che lo rappresenti. Se qualcuno dei membri
commette una mancanza che danneggi il bene comune, il custode
della Causa ha, a sua discrezione, il diritto di espellerlo, dopo di
che i credenti devono eleggere un altro al suo posto. Questa Casa
di Giustizia promulga le leggi e il governo dà loro forza
esecutiva. L'istituzione legislativa deve rafforzare quella
esecutiva e l'esecutiva deve aiutare e assistere l'istituzione
legislativa così che con la stretta unione e l'armonia fra queste
due forze si rinvigorisca e si consolidi il fondamento dell'equità e
della giustizia e tutte le regioni del mondo divengano come il
Paradiso.
O Signore, mio Dio! Assisti i Tuoi amati a essere saldi nella
Tua Fede, a camminare sulle Tue vie, a essere incrollabili nella
Tua Causa. Concedi loro la Tua grazia per resistere all'assalto
dell'egoismo e della passione, per seguire la luce della Guida divina.
Tu sei il Forte, il Benigno, Colui Che esiste da Sé, l'Elargitore,
il Compassionevole, l'Onnipotente, il Munificentissimo.
O amici di 'Abdu’l-Bahá! Quale segno delle Sue infinite
munificenze, il Signore ha benignamente favorito i Suoi servi
stabilendo un'offerta fissa di denaro (l'Huqúq), che Gli
dev’essere debitamente presentata, sebbene Egli, l'Unico Vero, e
i Suoi servi siano sempre stati indipendenti da tutte le cose
create, e Dio è in verità Colui Che tutto possiede, esaltato al di
sopra del bisogno di qualsiasi dono da parte delle Sue creature.
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Ma questa offerta stabilita di denaro fa sì che le genti divengano
align=left>salde e risolute e attrae su di loro uno sviluppo divino. Esso deve
essere offerto tramite il custode della Causa di Dio, sì che venga
speso per la diffusione delle Fragranze di Dio e l'esaltazione
della Sua Parola, per scopi benefici e per il bene comune.
O amati del Signore! E vostro obbligo essere sottomessi a tutti
i monarchi che siano giusti e mostrare fedeltà a ogni re equo.
Servite i sovrani del mondo con massima fedeltà e lealtà.
Mostrate loro obbedienza e siate loro amici. Senza il loro permesso
e consenso non immischiatevi in affari politici, perché la
slealtà verso un sovrano giusto è slealtà verso Dio Stesso.
Questo è il mio consiglio e il comandamento di Dio per voi.
Benedetti coloro che vi si attengono.
(Questo scritto è stato a lungo conservato nel sottosuolo e perciò reca tracce di
umidità. Quando fu portato alla luce si vide che alcune parti erano
danneggiate dall'umidità e, poiché la Terra Santa era in grande agitazione, lo
si lasciò intatto.)
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PARTE SECONDA
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Egli è Dio
O mio Signore, Desiderio del mio cuore, Tu Che sempre invoco,
Tu Che sei per me Aiuto e Asilo, Soccorritore e Rifugio!
Mi vedi immerso in un oceano di calamità che opprimono l'anima,
di afflizioni che gravano il cuore, di tribolazioni che
sciolgono la Tua assemblea, di malanni e sofferenze che disperdono
il Tuo gregge. Sono circondato da duri cimenti e attorniato
da molti pericoli. Mi vedi immerso in un mare di inaudite
tribolazioni, caduto in insondabile abisso, afflitto dai nemici e
devastato dal fuoco del loro odio attizzato dai miei familiari coi
quali Tu hai stretto il Tuo solido Patto e il Tuo saldo Testamento,
ove ingiungi loro di volgere il cuore verso questo vilipeso, di
tener lungi da me gli stolti e gli ingiusti e di deferire a questo derelitto
tutto ciò su cui essi discordano nel Tuo Santo Libro, sì che
sia rivelata la verità, siano dissipati i dubbi e divulgati i Tuoi
Segni manifesti.
Tuttavia ora vedi, o Signore, mio Dio, col Tuo vigile occhio
come abbiano violato il Tuo Patto, girandovi le spalle, come si
siano discostati con odio e ribellione dal Tuo Testamento, accaniti
nel loro astio.
Le avversità si sono vieppiù acuite perché essi sono insorti
con intollerabile crudeltà per sopraffarmi e schiacciarmi, hanno
disseminato ovunque i loro elenchi di dubbi e in assoluta falsità
mi hanno ricoperto di calunnie. Non paghi di questo, il loro capo,
o mio Dio, ha osato interpolare il Tuo Libro, alterare fraudolentemente
il Tuo Santo Testo decisivo e falsificare ciò che è
stato rivelato dalla Tua Gloriosissima Penna. Ha anche malignamente
inserito ciò che Tu rivelasti per colui che ha perpetrato
su Te la più flagrante crudeltà, miscredendo in Te e negando
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i Tuoi mirabili Segni, in quello che Tu rivelasti per questo Tuo
servo vilipeso in questo mondo. Tutto ciò egli fece per abbindolare
le anime degli uomini e insinuare i suoi sussurri di malizia
nei cuori dei Tuoi devoti. Lo ha testimoniato il loro capo in seconda,
confessandolo per iscritto, apponendovi il proprio sigillo
e proclamandolo per tutte le contrade. O mio Dio! Potrebbe
esservi ingiustizia maggiore di questa? Eppure ancora non si
dettero pace, anzi si prodigarono ulteriormente con ostinazione,
falsità e menzogna, con dileggio e calunnie per fomentare
sedizione in seno al governo di questa terra e altrove, inducendoli
a considerarmi un seminatore di discordie e colmando le
menti di cose udendo le quali le orecchie inorridiscono. Pertanto
il governo ne fu allarmato, il timore colse il sovrano e fu suscitato
il sospetto della nobiltà. Le menti furono sconcertate, gli
affari sconvolti, turbate le anime, nei petti fu acceso il fuoco
dell'angoscia e del dolore, le Sante Foglie (della Famiglia) furono
stravolte e scosse, i loro occhi grondarono lacrime, i loro sospiri
e lamenti si levarono e i loro cuori bruciarono nei loro petti,
mentre esse piangevano questo Tuo servo, caduto vittima nelle
mani di costoro, i suoi congiunti, anzi, i suoi veri nemici!
Signore! Vedi tutte le cose compiangermi e i miei congiunti
gioire dei miei guai. Per la Tua Gloria, o mio Dio! Perfino tra i
miei nemici, alcuni hanno compatito le mie tribolazioni e i
align=left>miei travagli, e fra gli invidiosi altri hanno versato lacrime a
causa dei miei assilli, del mio esilio e delle mie afflizioni. Lo fecero
perché nulla trovarono in me se non affetto e sollecitudine
e nulla videro fuorché gentilezza e misericordia. Vedendomi
travolto da un profluvio di tribolazioni e avversità ed esposto
quale bersaglio ai dardi del destino - i cuori mossi a compassione
e gli occhi colmi di lacrime - essi dichiararono: "Il Signore ci
e testimone; nulla abbiamo veduto in lui tranne fedeltà, generosità,
estrema compassione". Ma i violatori del Patto, funesti presagi
si accanirono nel loro rancore; quando caddi vittima dei
più dolorosi cimenti, gioirono; s'ingegnarono contro di me ed
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esultarono per gli strazianti avvenimenti che mi occorsero.
T'invoco, o Signore mio Dio, con la lingua e con tutto il
cuore, di non punirli per la crudeltà e le malefatte, per le trame
e le cattiverie, perché sono stolti e ignobili e non sanno quello
che fanno. Non distinguono il bene dal male, né fanno differenza
fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, o fra giustizia e
ingiustizia. Inseguono i propri desideri e camminano sulle orme
dei più imperfetti e stolti fra loro. O mio Signore. Abbi
misericordia di loro, riparali da ogni afflizione in questi tempi
travagliati e concedi che tutte le tribolazioni e le avversità
tocchino in sorte al tuo Servo caduto in questo nero abisso. Prescegli
me per tutti i guai e fa di me un sacrificio per tutti i Tuoi
amati. O Signore, o Altissimo! Possano la mia anima, la mia vita,
il mio essere, il mio spirito, tutto quello che ho essere offerti
per loro. O Dio, mio Dio! Umile, supplichevole e prosternato, Ti
imploro con tutto l'ardore della mia invocazione di perdonare
chiunque mi faccia male, di assolvere chi ha tramato contro di
me e mi ha offeso e di cancellare i misfatti di coloro che mi
hanno fatto ingiustizia. Elargisci loro i Tuoi buoni doni, dà loro
align=left>gioia, liberali dal dolore concedi loro pace e prosperità, conferisci
loro la Tua beatitudine e su di loro riversa la Tua munificenza.
Tu sei il Potente, il Benevolo, l'Aiuto nel Pericolo, Colui Che
esiste da Sé!
O amatissimi amici! Mi trovo ora in gravissimo pericolo e ho
perso la speranza anche di una sola ora di vita. Sono quindi
costretto a scrivere queste righe per la protezione della Causa di
Dio, per la preservazione della Sua Legge, la salvaguardia della
Sua Parola e la sicurezza dei Suoi Insegnamenti. Per l'Antica
Bellezza! Questo vilipeso non ha mai portato né porta rancore
verso nessuno; contro nessuno egli nutre malanimo e non pronunzia
parola che non sia per il bene del mondo. Il mio obbligo
supremo, tuttavia, mi spinge di necessità a custodire e preservare
la Causa di Dio. Perciò, col massimo rincrescimento, io così
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vi consiglio: "Custodite la Causa di Dio, proteggete la Sua legge
e abbiate massimo timore della discordia. Il fondamento del
credo delle genti di Bahá (possa la mia vita essere data per esse)
è questo: il Santissimo Eccelso (il Báb) è la Manifestazione dell'Unità
e dell'Unicità di Dio ed è il Precursore dell'Antica Bellezza
(Bahá'u'lláh).La Santissima Bellezza d’Abhá (Bahá'u'lláh)
(possa la mia vita essere offerta in olocausto per i Suoi amici fedeli)
è la Suprema Manifestazione di Dio, l'Alba della Sua Più
Divina Essenza. Tutti gli altri sono Suoi servi e operano per Suo
comando". Tutti dovranno fare riferimento al Libro Più Sacro
(il Kitáb-i-Aqdas) e tutto ciò che non è specificamente annotato
in esso deve essere riferito alla Casa Universale di Giustizia.
Tutto ciò che questo consesso deciderà, sia all'unanimità sia a
maggioranza, sarà in realtà la verità e il fine di Dio. Chiunque
devia da esso appartiene invero a coloro che amano la discordia,
danno prova di malizia e volgono le spalle al Signore del
Patto. Con questa Casa s'intende la Casa Universale di Giustizia
che deve essere eletta da tutti i paesi, vale a dire, da quelle
località dell'Oriente e dell'Occidente dove si trovano gli amici,
con il metodo d'elezione abituale in paesi occidentali, come ad
esempio in Inghilterra.
Questi membri (della Casa Universale di Giustizia) hanno
l'obbligo di riunirsi in un determinato luogo e deliberare su tutti
i problemi che siano stati causa di dissensi, su questioni che
siano oscure e su argomenti che non siano espressamente menzionati
nel Libro. Qualsiasi cosa essi decidano ha lo stesso effetto
del Testo. Giacché questa Casa di Giustizia ha il potere di
promulgare leggi che non siano espressamente formulate nel Libro
e si riferiscano agli affari di ogni giorno, essa ha anche il potere
di abrogarle. Così, ad esempio, la Casa di Giustizia emana
oggi una certa legge e la rende esecutiva e, cento anni più tardi,
essendo ormai le circostanze profondamente cambiate e mutate
le condizioni, un'altra Casa di Giustizia ha il potere di modificare
quella legge secondo le esigenze del tempo. Questo essa
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può fare, perché queste leggi non fanno parte dell'esplicito testo
divino. La Casa di Giustizia è iniziatrice e abrogatrice delle proprie
leggi.
E ora, uno dei più grandi e basilari principi della Causa di Dio
è quello di scansare ed evitare totalmente i violatori del Patto,
perché essi distruggerebbero del tutto la Causa di Dio, estinguerebbero
la Sua Legge e vanificherebbero tutti gli sforzi compiuti
nel passato. O amici! Dovete ricordare con tenerezza i patimenti
della Santa Maestà dell'Eccelso e dimostrare la vostra
fedeltà alla Bellezza Benedetta. Occorre il massimo sforzo affinché
tutti questi dolori, prove e afflizioni, tutto questo sangue
puro e santo sparso così generosamente sulla Via di Dio non
siano vani. Sapete bene cos'hanno perpetrato le mani del Centro
della Sedizione, Mirzá Muhammad-’Alí e i suoi soci. Fra le sue
azioni, v'è la corruzione del Sacro Testo di cui tutti siete al
corrente, sia lodato il Signore, e sapete che è evidente, dimostrata
e confermata dalla testimonianza di suo fratello, Mirzá
Badi’u’lláh, la cui confessione autografa, con apposto il suo sigillo,
è stampata e divulgata. Questo è solo uno dei suoi misfatti.
Si può immaginare trasgressione più clamorosa di questa,
l'interpolazione del Santo Testo? No, per la giustizia del Signore!
Le sue trasgressioni sono scritte e registrate in un plico separato.
Se Dio vorrà lo leggerete.
In breve, secondo l'esplicito Testo Divino, la minima trasgressione
farà di quest'uomo una creatura decaduta, e quale
trasgressione è maggiore del cercare di distruggere l'Edificio Divino,
di violare il Patto, di allontanarsi dal Testamento, contraffare
il Santo Testo, spargere i semi del dubbio, calunniare
'Abdu’l-Bahá, avanzare pretese di cui Dio non ha dato garanzia,
fomentare sedizioni e tentare di spargere il sangue di 'Abdu’l-
Bahá e molte altre cose che ben conoscete. E’ perciò evidente
che, dovesse quest'uomo riuscire a portare lo scisma nella Causa
di Dio egli la distruggerebbe e la estinguerebbe. Attenti a non avvicinarvi
a costui, perché avvicinarsi a lui è peggio che accostar30
si al fuoco!
Benevolo Iddio! Mirzá Badi’u’lláh, dopo aver dichiarato per
iscritto che costui (Muhammad-’Alí) aveva violato il Patto e dopo
aver proclamato che egli aveva contraffatto il Santo Testo, si
rese conto che tornare alla vera Fede e rendere omaggio al Patto
e al Testamento non avrebbe in alcun modo favorito i suoi interessi
egoistici. Perciò se ne pentì e, rammaricandosi di quanto
aveva fatto, tentò segretamente di riprendersi le sue confessioni
stampate; col Centro della Sedizione ordì oscure trame contro di
me e lo informò quotidianamente di tutto quello che accadeva
nella mia famiglia. Egli ha avuto anche un ruolo primario nelle
malvagità che sono state recentemente perpetrate. Sia lodato
Iddio le cose hanno ripreso la loro precedente stabilità e gli amati
hanno in parte ottenuto la pace. Ma sin dal primo giorno in cui
fece ritorno in mezzo a noi, egli rincominciò a spargere i semi di
una grave sedizione.
Alcune delle sue macchinazioni e trame saranno annotate in
un libretto separato.
Il mio scopo, tuttavia, è di dimostrare che si impone agli amici
che sono saldi e incrollabili nel Patto e nel Testamento di essere
sempre vigili perché, dopo il trapasso di questo vilipeso,
quell'attento e attivo fomentatore di discordie non produca separazioni,
non sparga nascostamente semi di dubbio e sedizione
e non sradichi completamente la Causa di Dio. Schivate mille
volte la sua compagnia. Attenti e state in guardia. Vegliate e
osservate; se qualcuno ha il minimo rapporto, apertamente o in
segreto, con lui cacciatelo via, perché costui sarà sicuramente
causa di divisioni e danno.
O amati del Signore! Sforzatevi con tutto il cuore di riparare
la Causa di Dio dall'assalto degli insinceri, poiché anime simili
fanno diventare storto ciò che è diritto e da ogni benevolo sforzo
traggono risultati contrari.
O Dio, mio Dio! Io chiamo Te i Tuoi Profeti i Tuoi Messaggeri,
i Tuoi Puri e i Tuoi Santi, a testimoniare che io ho pro31
clamato in modo definitivo le Tue prove ai Tuoi diletti e ho dichiarato
loro con chiarezza ogni cosa in modo ch'essi possano
vegliare sulla Tua Fede, custodire il Tuo Retto Sentiero e proteggere
la Tua Risplendente Legge. Tu sei, in verità, l'Onnisciente,
il Saggio.
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PARTE TERZA
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Egli è il Testimone, Colui Che a Tutto Provvede
O mio Dio, mio Amato, Desiderio del mio cuore! Tu sai, Tu
vedi quello che è accaduto a questo Tuo servo, che si è umiliato
alla Tua Porta, e Tu conosci i peccati perpetrati contro di lui dai
malvagi, coloro che hanno infranto il Tuo Patto e voltato le
spalle al Tuo Testamento. Di giorno mi tormentarono con frecce
di livore e di notte tramarono segretamente per recarmi danno.
All'alba perpetrarono cose per cui le Schiere Celesti gemettero e
all'imbrunire sguainarono contro di me la spada della tirannia e
al cospetto degli empi mi bersagliarono con dardi di calunnia.
Malgrado le loro malefatte, questo Tuo umile servo, che pure col
Tuo potere e con la Tua possanza avrebbe potuto distruggere le
loro parole, spegnere il loro fuoco e arrestare la fiamma della
loro ribellione, pazientò e sopportò dalle loro mani ogni
afflizione e cimento.
Tu vedi, o mio Dio, come la mia tolleranza la mia sopportazione
e il mio silenzio abbiano accresciuto la loro crudeltà, la
loro arroganza, il loro orgoglio. Per la Tua Gloria, o Amato! Non
hanno creduto in Te, si sono ribellati contro di Te in tal guisa che
non mi lasciarono un attimo di tregua e di riposo, perché potessi
levarmi, come si addice e si conviene, ad esaltare la Tua Parola
fra gli uomini e a servire alla Tua Soglia di Santità col cuore
colmo della gioia degli abitatori del Regno di Abhá.
Signore! La mia coppa di tribolazioni trabocca e da ogni parte
align=left>mi giungono duri colpi. I dardi dell'afflizione mi hanno circondato
e su di me sono piovute le frecce dell'angustia. Così le
tribolazioni mi sopraffecero e, a causa dell'assalto dei miei nemici,
la forza in me divenne debolezza, mentre mi trovavo solo e
abbandonato nelle mani dei miei avversari. Signore! Abbi misericordia
di me traimi a Te e fammi bere alla Coppa del Mar36
tirio, perché il vasto mondo con tutta la sua immensità non può
più contenermi.
Tu sei in verità il Misericordioso, il Compassionevole, il Benevolo,
il Generosissimo!
O veri, sinceri, fedeli amici di questo vilipeso! Tutti riconoscono
le calamità e le afflizioni che hanno colpito questo vilipeso,
questo prigioniero, per mano di coloro che hanno violato il
Patto nel momento in cui, dopo il tramonto dell'Astro del mondo,
il suo cuore era consumato dalla fiamma del Suo lutto.
Quando in tutte le parti della terra approfittando del trapasso
del Sole della Verità, i nemici di Dio sferrarono d'improvviso e
con tutta la loro forza, il loro attacco, in quel momento, nel bel
mezzo di quella grande calamità, i violatori del Patto insorsero
con somma crudeltà, decisi a recarmi danno e a fomentare lo
spirito dell'inimicizia. Di continuo perpretarono misfatti e si
accanirono per spargere i semi di una grave sedizione e devastare
l'edificio del Patto. Ma questo vilipeso, questo prigioniero, si
prodigò per nascondere e celare le loro azioni, caso mai si rammaricassero
e si pentissero. La sua tolleranza e la sua sopportazione
di queste malvagità rese tuttavia i ribelli ancor più arroganti
e audaci, finché con libelli scritti con le loro stesse mani,
sparsero i semi del dubbio, stampandoli e diramandoli per tutto il
mondo convinti che queste stolte azioni avrebbero vanificato il
Patto e il Testamento.
Al che gli amati del Signore insorsero, ispirati da massima fiducia
e costanza e, aiutati dal potere del Regno, dalla Forza Divina,
dalla Grazia del cielo, dall'indefettibile aiuto e dalla Generosità
Celeste, si opposero ai nemici del Patto in una settantina di
trattati e, col suffragio di prove conclusive, di incontrovertibili
segni e di chiari testi dalle Sacre Scritture confutarono le loro
pergamente di dubbio e i loro libelli intesi a seminar discordia. Il
centro della Sedizione fu perciò confuso nella sua perfidia,
colpito dalla collera di Dio, immerso in una degradazione e in un
infamia che durerà fino al Giorno del Giudizio. Meschina e
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sventurata è la sorte della gente dal malvagio agire, coloro che
sono in tangibile rovina!
E quando persero la loro causa, disperarono nei loro sforzi
contro gli amati di Dio, videro lo Stendardo del Suo Testamento
sventolare per tutte le contrade e constatarono il potere del Patto
del Misericordioso, la fiamma dell'invidia tanto arse in loro da
non potersi narrare. Con massimo vigore, sforzo, rancore e
ostilità, seguirono altre strade, percorsero altre vie, escogitarono
altri piani: accendere la fiamma della sedizione nel cuore del
governo stesso e così far apparire questo vilipeso, questo prigioniero,
un promotore di discordie, nemico del governo e ostile e
avverso alla Corona. Forse 'Abdu’l-Bahá sarebbe stato messo a
morte e il suo nome cancellato, per cui ai nemici del Patto
align=left>avrebbe potuto aprirsi un arena in cui spronare il loro destriero,
infliggendo a tutti una grave perdita e sovvertendo le fondamenta
dell'edificio della Causa di Dio. Invero questi ipocriti si sono
comportati in modo così malvagio che sono divenuti come una
scure che colpisce la radice dell'Albero Benedetto. Se si
permettesse loro di continuare, in pochi giorni sterminerebbero la
Causa di Dio, la Sua Parola e se stessi.
Quindi gli amati del Signore devono schivarli completamente,
evitarli, sventare i loro complotti e malefici mormorii, custodire
la Legge di Dio e la Sua religione, prodigarsi tutti quanti per
diffondere ampiamente i dolci aromi di Dio e compiere uno
sforzo supremo per proclamare i Suoi Insegnamenti.
A qualsiasi persona o riunione divenga un impedimento alla
diffusione della Luce della Fede, i diletti diano questi consigli:
"Di tutti di doni di Dio, il più grande è quello dell'Insegnamento.
Esso ci attira la Grazia di Dio ed è il nostro primo obbligo.
Come possiamo privarcene? anzi, le nostre vite, i nostri beni, i
nostri agi, il nostro riposo, noi li offriamo tutti in sacrificio alla
Bellezza di Abhá e insegniamo la Causa di Dio". Occorrono
tuttavia cautela e prudenza, come è menzionato anche nel Libro.
Il velo non deve mai essere strappato all'improvviso. La
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Gloria delle Glorie dimori in voi.
O fedeli amati da 'Abdu’l-Bahá! Avete l'obbligo di prendervi
la massima cura di Shoghi Effendi, il ramoscello germogliato e il
frutto sbocciato dai due sacri e divini alberi di Loto, sì che la
polvere dell'abbattimento e del dolore non oscuri la sua natura
raggiante, e che giorno dopo giorno egli cresca in felicità, gioia e
spiritualità fino a divenire quale albero carico di frutti.
E poiché egli è, dopo 'Abdu’l-Bahá, il custode della Causa di
Dio, gli Afnán, le Mani (le colonne) della Causa e i diletti del
Signore devono obbedirgli e volgersi verso di lui. Chi non obbedisce
a lui non obbedisce a Dio; chi si allontana da lui, si è allontanato
da Dio e chi rinnega lui, ha rinnegato l'Unico Vero.
Badate che nessuno interpreti male queste parole, che nessuno, a
somiglianza di coloro che hanno violato il Patto dopo il Giorno
dell'Ascensione (di Bahá'u'lláh), avanzi pretesti, che nessuno
innalzi lo stendardo della rivolta, insista nell'ostinazione e
spalanchi la porta alle false interpretazioni. Nessuno ha il diritto
di proporre la propria opinione o di esprimere convinzioni
personali. Tutti devono cercare la guida volgendosi al Centro
della Causa e alla Casa di Giustizia. E colui che si rivolge a
qualsiasi altra cosa è, in verità, in fatale errore.
La Gloria delle Glorie dimori in voi!